Dequalificazione dell’università

Si arriva come matricole pieni di sogni e speranze. Con la certezza di attingere alla fonte massima del sapere e arrivare al traguardo con gli strumenti per costruirsi un futuro, trasformare il mondo e creare una società migliore.

La disillusione arriva presto con le 1000 contraddizioni dei CDL, i test a crocette, la frequenza obbligatoria, i test ‘d’ingresso..etc

I rigidi piani di studio così come spesso molti dei Curricula sono costruiti sulla base di una spartizione di poteri e interessi all’interno della facoltà e non con un assoluta dedizione alla missione della formazione e della ricerca. In occasione delle trasformazioni recenti a seguito del terribile decreto 180 abbiamo avuto la dimostrazione (pratica nei CDF)di come le lotte tra potentati abbiano determinato l’esistenza di corsi inutili e/o percorsi di studio incoerenti ma funzionali a mantenere tutti gli equilibri nei dipartimenti. ..

La battaglia in cui ci vediamo impegnati come studenti non è in difesa dell’esistente, ma è per la costruzione di un università della cultura e dei liberi saperi, orizzontale e aperta a tutti.

Oggi e sempre più nel prossimo futuro avremo sapere nozionistico, spesso non contestualizzato , privo dell’apporto della ricerca e non finalizzato all’arricchimento dell’individuo della sua creatività e del suo spirito critico. Abbiamo e avremo Corsi che introducono gli studenti ad una sempre più comune e diffusa taylorizzazione delle prestazioni intellettuali. Percorsi triennali, lauree professionalizzanti e in generale percorsi in ambiti dove c’è uno svuotamento sostanziale dell’attività intellettuale a favore di una sua meccanizzazione……che ne svuota il contenuto svilendone non solo il risultato ma anche la ragion d’essere.

La cultura conta sempre meno. A vantaggio di una sempre più necessaria , ma anche effimera, formazione specifica che viene generalmente definita “formazione professionale”.

Coloro che ne sono portatori saranno presto facilmente interscambiabili. In un processo di individualizzazione della prestazione lavorativa e contrattuale questo conduce a una maggiore concorrenza tra i lavoratori e all’incremento della flessibilità loro richiesta. La remunerazione e in generale le condizioni lavorative ne subiscono le conseguenze. Tradotto in termini reali questo significa ricattabilità. Il nostro futuro….contro cui combattiamo, il motivo del nostro essere contrari al sia DDL Gelmini che all’università attuale e costellato da:

Stage, dove il lavoro è gratuito e tramite i quali le aziende mantengono sotto scacco: i laureandi, con promesse di assunzioni,e i lavoratori, con una riduzione id posti di lavoro e un aumento della competizione;

Tirocini e contratti di apprendistato, dove per 500 euro al mese veniamo spremuti al massimo delle nostre capacità ed energie, tramite Contratti in cui scompare la differenza tra il tempo di vita e quello di lavoro, dove gli straordinari obbligatori sono diffusi come i contratti non rinnovati;

Lavori a termine e Co.Co.Pro, dove la disponibilità assoluta è indispensabile per mantenere il precario posto di lavoro e dove la solidarietà tra lavoratori si tramuta in dumping sociale;

Partite IVA, per lavori in cui non esistono più diritti come la malattia, le ferie pagate o i contributi pensionistici.

Sono lavori come correttori di bozze, contabili per società di revisione, web designer, giornalisti delle free press, grafici e aspiranti architetti…etc


Queste sono situazioni a cui l’università attuale e quella dipinta dal DDL e dalla riforma permanete (di destra e sinistra) che da 20 anni a questa parte sta stravolgendo la nostra università, ci destina una volta conquistati i crediti necessari.

L’accesso a quei saperi “taciti”e a quel livello più elevato di cono0scenza è sempre più esclusivo e protetto da numeri chiusi e barriere artificiali nascoste sotto il concetto di meritocrazia. Con il blocco del turn over l’accesso al mondo ‘universitario è trasmesso dinasticamente anche grazie ai dottorati” senza borsa di studio,” gli assegni di ricerca “da fame” e i numerosi master a pagamento (…che anche la nostra università continua a bandire per fare cassa…..)

A chi augurereste un tale destino?

No ai tagli all’università, no all’università dei privilegi e piccoli feudi.

Per un’università al servizio del dei liberi saperi e della cooperazione sociale

Sì ad una battaglia dell’università per la sua salvaguardia.

Anche con il blocco della didattica.

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