petizione per la riapertura degli spazi in università

Pubblichiamo di seguito il testo di un appello per la revoca della chiusura serale degli spazi dell’Università di Pavia, sottoscritto da alcuni docenti dell’Ateneo pavese. La petizione può essere firmata all’indirizzo: http://www.petizionionline.it/petizione/contro-la-chiusura-degli-spazi-per-studenti-presso-luniversita-degli-studi-di-pavia/1258

Al
Magnifico Rettore,

ci
permettiamo di fare alcune osservazioni in merito alla circolare
rettorale spedita a tutto il personale e agli studenti il 5 maggio
2010,relativa alla decisione di chiudere tutti gli spazi universitari
dopo le ore 20.00 sino a nuova disposizione.

Il
4 maggio 2010 alle 8.00 del mattino un nutrito presidio di poliziotti
e

vigili
ha sgomberato il Centro Sociale Autogestito Barattolo.

Sappiamo
che Pavia è una città avara di spazi di aggregazione sociale e
giovanile. Negli ultimi anni, poi, una serie di disposizioni in tema
di ordine pubblico hanno colpito la socialità studentesca, che non
vive solo all’interno dei collegi o non frequenta i bar del centro,
riducendo ancor più la possibilità di forme di incontro libere e
gratuite. Di converso, l’Università e i consumi degli studenti (in
particolari gli affitti) rappresentano oggi una delle principali voci
di reddito per gli stessi abitanti di Pavia.

La
sera dello sgombero era in programma al Barattolo un’iniziativa del
gruppo “Studenti in crisi”, che hanno dato luogo alle proteste
dell’ultimo anno e mezzo contro i tagli, la riforma, l’aumento
delle tasse universitarie. In seguito allo sgombero, il Barattolo ha
indetto un corteo. Al termine gli studenti presenti sono entrati in
Università centrale per dirigersi in aula del ‘400 dove, tramite i
custodi, hanno cercato di mettersi in contatto col rettore per
chiedere l’autorizzazione allo svolgimento del concerto previsto.

Data
l’urgenza gli studenti hanno deciso di passare direttamente
dall’ingresso centrale: nel passaggio sono state spostate le
barriere d’ingresso e a causa dell’imbuto creatosi, c’è stato
sicuramente un momento di confusione, ma non si è verificato alcun
incidente né tantomeno alcuna violenza ai danni del personale
presente.

Il
rettore ha deciso quindi di concedere l’autorizzazione allo
svolgimento dell’iniziativa. L’attività all’interno si è
svolta nel pieno rispetto delle regole di utilizzo dei locali
universitari e la chiave dell’aula è stata quindi riconsegnata al
custode al termine del concerto.

Aggiungiamo
che sabato scorso circa mille giovani hanno protestato contro la
chiusura del Barattolo, in modo del tutto pacifico e senza incidenti
di sorta.

Circostanza
che dimostra sia l’interesse e l’apprezzamento della popolazione
giovanile per l’iniziativa, sia l’assenza di problemi di ordine
pubblico legati ai frequentatori del Barattolo, sia, infine, la
necessità di garantire, a loro e a tutto il corpo studentesco, il
diritto a riunirsi e svolgere liberamente, in modo democratico, i
propri programmi sociali, culturali e – perchè no ?- anche politici.

 

Non
crediamo pertanto che la decisione di chiudere l’Ateneo alle 20.00
vada nella direzione giusta. Lo stesso rettore riconosce l’esistenza
di un problema di spazi in città per gli studenti la cui soluzione
non può chiaramente essere un’ulteriore chiusura da parte
dell’università. Pavia, città nota per la sua antica e nobile
tradizione universitaria e culturale, si sta sempre più racchiudendo
su stessa. Non solo sta morendo, ma si sta suicidando. E con

essa,
anche l’Università rischia di scivolare in una fase di declino.

Per
questo chiediamo al magnifico Rettore di ritornare sulla propria
decisione.

Pavia,
10 maggio 2010

Guglielmino
Cajani

Andrea
Fumagalli

Andrea
Membretti

Carlo
Vanetti

Docenti
Università di Pavia, primi firmatari della lettera pubblica, che
sarà inviata in questi giorni a tutto il corpo docente.

 

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