seminari di autoformazione

 

Seminari di autoformazione,
sostitutivi dello stage, sul tema della trasformazione del lavoro

 

Ad aprile di quest’anno comincerà la prima edizione
del corso seminariale sulla trasformazione del lavoro. Questo
progetto di autoformazione è nato all’interno del movimento
dell’onda pavese come risultato di una necessità di approfondimento
e di studio ma anche dalla volontà di rivendicare un ruolo attivo
degli studenti nel determinare il proprio percorso di studi. Questo
ciclo di seminari è riconosciuto dalla facoltà di economia come
attività sostitutiva dello stage per gli student* delle lauree
triennali: invece di lavorare gratis per un’azienda, si può fare
autoformazione e ricevere crediti.

Questo ciclo di seminari vuole analizzare
l’evoluzione delle forme produttive e l’impatto avuto dalle nuove
tecnologie (in particolare delle
Information
and Communication Technologies
) sulla
natura e sulle forme di organizzazione del lavoro vivo, e di
comprendere come queste trasformazioni abbiano inciso sulle forme di
tutela del lavoro e sui sistemi di
welfare
novecenteschi. Nello specifico, il corso consterà di quindici
seminari, con la partecipazione di diversi relatori. Segnaliamo in
particolare l’incontro con alcune realtà dell’autorganizzazione
sindacale, come l’agenzia Bios e la rete dei lavoratori della
conoscenza, che potranno forse risultare utili alla formulazione di
proposte su un progetto di
welfare
autonomo e su nuove forme d’intervento nella realtà del mondo del
lavoro.
Ci
saranno poi alcuni case study: sulla femminilizzazione del lavoro e
sulla segregazione verticale e orizzontale dell’occupazione femminile
nel campo della ricerca. Infine, un’attenzione particolare sarà
rivolta alle diverse metodologie d’indagine empirica sul lavoro,
nella prospettiva di fornire strumenti più rigorosi di analisi del
reale.

Uno dei motivi che hanno portato alla scelta di
queste tematiche è quello di ribaltare la direzione
dell’avvicinamento tra università e mondo lavoro: non le logiche
aziendali che entrano negli atenei, non la standardizzazione, la
misurazione dei saperi e la conseguente riduzione dello studente
ad un pacchetto di nozioni obsolescenti, bensì l’accademia che si
trasforma in luogo di sperimentazione, aprendosi al territorio, ai
soggetti che vi vivono e alle loro esperienze, consentendo l’unione
tra cultura e società e proponendosi come punto di riferimento per
un processo di ricomposizione sociale.

Il corso in definitiva vuole essere uno
strumento di crescita e di libera formazione per tutt* gli student* e
per tutt* i lavorat* che lo vogliano sfruttare: un luogo al servizio
della creazione di nuove forme di conflitto e per la costruzione di
alternative culturali e materiali.

Il 24 marzo ci sarà la presentazione
ufficiale presso la facoltà di Economia alla presenza della Prof.ssa
Rampazi.

 

 

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