15 ottobre contro l’austerity

Pubblichiamo il comunicato sulla giornata del 15 ottobre redatto dalla costituente dello sciopero precario riunitasi a Bologna il 25 settembre scorso. Sciopero Precario

Siamo giunti al 15 ottobre con un importante lancio, a carattere europeo, della mobilitazione contro l’austerity e le politiche neoliberiste, assunte come strategiche dalla Commissione europea e dalla BCE peraltro responsabili dell’ultimo pesante ciclo della crisi globale e finanziaria che le banche e le grandi lobby hanno scatenato contro la cittadinanza tutta.

Dal 15 al 18 Settembre abbiamo attraversato l’hub meeting di Barcellona con le reti e le soggettività che hanno scelto in questa fase storica di riconoscersi in uno spazio politico comune che un po’ ovunque è andato costituendosi tra le rivolte che hanno segnato gran parte dell’ area mediterrane e europea, fino ad arrivare a scalfire la nostra Italietta. Dalla fiammata vista nello scorso autunno studentesco culminato nel tumulto del 14 Dicembre fino alla più solida resistenza Notav, radicata e sedimentata sul territorio dentro uno scontro politico condotto con grande intelligenza e radicalità.

Nel procedere sul nuovo terreno di un vero protagonismo sociale contro le politiche di austerity vorremmo per il prossimo 15 Ottobre indicare un percorso, uno spazio di relazione e di movimento, un area di corteo larga e ampia che determini una rottura del quadro di compatibilità e di pacificazione sociale imposto dalla governance, anche oltre il governo Berlusconi: per la conquista di un piano costituente che rivendichi con orgoglio l’autonomia e l’indipendenza delle forme di vita comuni, nel lavoro e con il reddito oltre il lavoro, nelle scelte sociali e sessuali, che praticano liberazione da un intero sistema di potere in crisi.

Dovremo costruire questo percorso verso e oltre il 15 per affermare in quella giornata, e nelle giornate precedenti, nelle pratiche e nella comunicazione il punto di vista precario.
Il lavoro non è un bene comune perché ce lo hanno reso maledetto azzerandone i diritti e negandoci ogni libertà di scelta. Per questo è necessario conquistare un reddito di base incondizionato, non pagare il debito, riappropriarsi dei beni comuni e dei saperi, affermare la dimensione transnazionale di questa lotta anche a partire dalle lotte dei migranti per la rottura del legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.

Siamo sempre più consapevoli che la reale alternativa alla crisi vive nei processi di indipendenza e cooperazione che sapremo creare nelle lotte.

“Non ci rappresenta nessuno” è il motiv centrale della nuova sinfonia corale che si alza dalla sintesi dei ragionamenti, delle strategie e delle pratiche condivise tra tanta umanità riunitasi a Barcellona, come oggi a Bologna.
Lo spazio costituente che si vuole definire oggi è quello che guarda, in una prospettiva di medio lungo periodo, alla costruzione, l’affinamento e la diffusione delle lotte contro la precarietà imposta dall’attuale modello di governo del capitale contro le nostre vite.
Una tappa fondamentale di questo percorso è la costruzione della giornata del 15 ottobre.
Ecco perché proponiamo di caratterizzare quella giornata e la nostra presenza alle mobilitazioni costruendo uno spazio sociale e di movimento che reclami il diritto all’insolvenza, al reddito e alla libertà di movimento per tutti i soggetti che stanno pagando la crisi.

Partendo da questi contenuti, il 15 ottobre faremo valere il protagonismo dei precari e delle precarie e rilanceremo oltre il 15, guardando alla scommessa dello sciopero precario.
Per questo a dicembre sperimenteremo esperienze di sciopero dentro e contro la precarietà, un processo che sappia mettere in campo una comunicazione e una cooperazione tra i precarie e le precarie a partire dalla crisi della rappresentanza politica e sindacale, uno sciopero che arrivi a colpire laddove fa più male, dove si fanno i profitti, dove si produce e riproduce il capitale.

Verso lo sciopero precario, il 15 ottobre vogliamo costruire uno spazio di attraversamento per tutte le generazioni precarie che trasformi l’indignazione in conflitto.
Una rete che realizzi iniziative comuni di avvicinamento dal 7 al 14 ottobre come promosso dall’Hub-meeting di Barcellona, all’interno della settimana di mobilitazione europea contro l’austerity.
Questa messa in rete è la modalità che scegliamo per l’interconnessione delle nostre esperienze: capace di includere i singoli come i collettivi, di intrecciarsi con altre reti e percorsi, di ridurre le distanze e la frammentazione, di far viaggiare i contenuti e le pratiche riproducibili dentro e fuori i confini dello stato –nazione, dentro e oltre quella giornata.

Stati generali della precarietà

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dichiarazione dell’hub meeting 15s barcelona

Noi, reti e persone che hanno partecipato al Meeting 15SHub, riunione svoltasi a Barcellona tra il 15 e il 18 settembre, dichiariamo che:

– Rifiutiamo il concetto di austerità come chiave per affrontare l’attuale crisi e risolverla, in quanto tale approccio presuppone una gestione autoritaria e antidemocratica dei beni comuni.

– Denunciamo gli effetti delle politiche di austerità che si traducono in un aumento della diseguaglianza e in un attacco frontale ai fondamenti del welfare e dei diritti conquistati in anni di dure lotte sociali dei movimenti.

– Sottolineamo come, allo stesso tempo, queste politiche di austerità favoriscano interessi economico-finanziari privati, quegli stessi interessi che sono alla base del modello di sviluppo che ci ha condotto all’attuale crisi.

Quella che stiamo osservando non è solo una crisi economica, ma  anche e soprattutto una crisi politica. E’ l’apice del processo di disgregazione del patto sociale europeo e rivela impietosamente l’assoluta incapacità dell’attuale sistema politico di gestire decentemente il bene comune.

A fronte della condizione di precarietà materiale ed esistenziale sempre più diffusa, reclamiamo un processo di democratizzazione radicale della gestione economica e politica in Europa, che consenta la costruzione di un nuovo modello di welfare che poggi su due pilastri: l’introduzione di un reddito di esistenza, incondizionato, e l’accesso effettivo e libero ai diritti e ai beni comuni (sanità, istruzione, casa, ambiente, conoscenza).

Per conseguire questi obiettivi, è essenziale un nuovo modello di politica fiscale europea e un nuovo approccio alla questione del debito. Condizione necessaria ma non sufficiente perché ciò possa realizzarsi è l’introduzione di un nuovo insieme di diritti sociali, tra i quali è prioritario il diritto al fallimento per gli individui.

Salviamo le persone, non le banche.

Consideriamo inoltre essenziale garantire l’accesso libero alle reti di comunicazione e la neutralità di queste stesse reti, alla conoscenza e all’istruzione e ci opponiamo a qualsiasi processo di privatizzazione e mercificazione del sapere.

In un quadro in cui precarizzazione e disoccupazione continuano a crescere incontrollate, la condizione migrante è l’esempio più eclatante della distruzione dei diritti del lavoratore e dello svilimento delle condizioni di lavoro.

Consideriamo ciò che sta accadendo nel campo lavoro migrante uno scellerato laboratorio di quel che si intende applicare a tutta la classe lavoratrice in un futuro prossimo. Rivendichiamo con forza e urgenza la necessità di svincolare la fruizione da parte dei migranti dei diritti sociali, politici e di cittadinanza dal contratto di lavoro. Al tempo stesso, riteniamo che l’accesso a tali diritti debba essere garantito anche i familiari dei migranti che lavorano in Europa.

Siamo tutti migranti, nessun essere umano può essere illegale!

Dobbiamo trasformare gli attuali modelli di democrazia e riappropriarci della politica, con la partecipazione diretta a tutti gli aspetti della vita sociale, politica ed economica. L’attuale modello di democrazia rappresentativa è evidentemente superato.

Non c’è nessuno che ci rappresenti!

Per tutti questi motivi, convochiamo la cittadinanzaper il prossimo 15 Ottobre affinché possa esprimere con forza il rifiuto di questa strategia di uscita dalla crisi e rivendicare una democrazia che sia reale.

Non abbiamo più nulla da perdere e tutto da guadagnare!

Partecipanti del 15S Hub Meeting – Barcelona:
ALTER-EU, ACAMPADABCN, ACAMPADASOL, ATTAC, BARTLEBY BOLOGNA, COLLETIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO TURIN, DEMOCRACIA REAL YA!, EDU-FACTORY, INTERNATIONAL STUDENT MOVEMENT, JUVENTUD SIN FUTURO, KNOWLEDGE LIBERATION FRONT, RETE DELLA CONOSCENZA, SOCIAL CENTER ROG, STATI GENERALI DELLA PRECARIETÀ, STUDENT*INCRISI, TAKE THE SQUARE, UNIVERSIDAD NÓMADA, X.NET, ATENEU CANDELA, LA CASA INVISIBLE, IWW (Nevidni delavci sveta)

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l’università dei baroni

“L’università dei baroni. Centocinquant’anni di storia tra cooptazione, contestazione e mercificazione”, Punto rosso, Milano 2011, di Giulio Palermo, ricercatore di economia presso l’Università di Brescia.

lunedì 6 giugno h. 21 @ aula magna – università di pavia

sarà presente l’autore

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la piena del ticino & quaderni di san precario

presentazione del libro “la piena del ticino. racconti dall’università di pavia contro il decreto gelmini”, curato da student* in crisi, e del secondo numero della rivista “quaderni di san precario. critica del diritto dell’economia della società”

martedì 24 maggio h. 18 @ aula scarpa, università di pavia

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piena

la piena del Ticino
(racconti dall’università di Pavia contro il decreto-Gelmini)

Questo quaderno è l’esito di una cura collettiva durante la recente mobilitazione universitaria, nell’ambito dell’assemblea di Student*incrisi di Pavia. La tessitura dei testi, la scelta degli episodi, l’analisi che costituisce il fondo della narrazione sono il risultato di un continuo confronto assembleare. La stesura dei singoli brani è avvenuta in gruppi più ristretti o singolarmente, per poi essere nuovamente sottoposta alla discussione. Sebbene i testi non siano stati pensati, né scritti secondo la prospettiva dell’auto-inchiesta, il racconto delle diverse fasi critiche che hanno caratterizzato la mobilitazione è stato l’espediente per dare voce, di volta in volta, a quanti l’hanno resa possibile. Ognuna di esse lavora faticosamente, talora residuando scorie movimentiste, un punto di vista autonomo, determinato principalmente dalle specifiche condizioni di lotta. Ne emerge una soggettività molteplice, ciascuna interessante tanto singolarmente quanto inserita nella composizione collettiva che sempre è un movimento. Infine, si è tentato di rendere la complessità della configurazione materiale e politica di quello che può dirsi il corpo vivo dell’università. Nel perseguire questo obiettivo si è scelto di evitare ogni tematizzazione generalistica del conflitto contro il decreto, preferendo concentrarsi su una realtà locale, parzialmente periferica, slegata dalle reti nazionali più strutturate, ma tuttavia – o forse proprio per questo – capace di declinare in modo originale questioni teoriche che pervadono il movimento nella sua interezza.

mercoledì 18 maggio dalle h. 18,30 presso l’osteria sottovento (via siro comi): un assaggio del libro con aperitivo in contemporanea

la scheda del libro sul sito di quodlibet

per info: studentincrisi [at] gmail.com

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emergenza migrazioni

venerdì 13 maggio h. 15
aula volta – università centrale – corso strada nuova 65, pavia

seminario del ciclo di autoformazione “lo stato d’eccezione, lo stato d’emergenza”

EMERGENZA MIGRAZIONI: dallo stato di eccezione allo stato di polizia?

con
Alessandra Ballerini
Avvocato civilista specializzato in diritti umani e immigrazione

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Inaugurazione anno accademico?

Ieri, baroni e rettori salivano sui tetti cercando inutilmente di cavalcare l’onda delle proteste studentesche. Speravano di raggranellare concessioni e sfruttare la forza delle contestazioni per mettere ulteriormente al sicuro il potere che detengono all’interno delle università.

 

Oggi, quegli stessi baroni festeggiano i 650 anni di un’università svenduta, aziendalizzata e alienata dalla società. Sfilano, bardati nei loro ermellini, al fianco di quei ministri che stanno distruggendo l’università, aprendola agli interessi dei privati, e tagliando il diritto allo studio.

 

Ieri, baroni e rettori si spacciavano per i paladini dei diritti dell’università, criticando la riforma e schierandosi in certi casi al fianco degli studenti in protesta.

 

Oggi, quegli stessi baroni svendono ai privati le strutture, aumentano le tasse e creano corsi ad hoc per aziende e privati, nella speranza di trovare una strategia d’uscita per far quadrare il bilancio dell’ateneo decimato dai tagli indiscriminati di Gelmini e di Tremonti.

 

Ieri, baroni e rettori fingevano dunque di contrapporsi alle decisioni ministeriali di ristrutturazione del governo degli atenei mentre ne condividevano l’impianto politico e ne accoglievano la sostanza.

 

Oggi, quegli stessi baroni recepiscono la riforma, riscrivendo lo statuto dell’ateneo con la pistola della Gelmini puntata alla tempia. Se ne sta occupando un organo antidemocratico, calato dall’alto, privo di ogni legittimità, i cui lavori sono caratterizzati dall’assenza di trasparenza. Si tratta della “commissione dei 15”, di cui fanno parte ben 7 baroni (sui 300 del nostro ateneo). Tra i 27000 studenti solo 2 “unti dal rettore” siedono in commissione: in netta minoranza, sono dunque privi di ogni reale potere, ma con la loro presenza legittimano la liquidazione dell’università pubblica.

 

650 anni portati male, c’è poco da festeggiare…. non serve riempire le rughe con il botulino dei privati…

 

Noi vogliamo che l’accesso al sapere sia prerogativa di tutti coloro che sentono la necessità di ricevere un’istruzione; ci impegniamo nella costruzione di servizi e strutture gestite autonomamente e dal basso; rifiutiamo l’offerta formativa parcellizzata e valutata a punto di credito, calata dall’alto; promuoviamo, al contrario, l’autoformazione e la trasmissione orizzontale di sapere libero e critico.

 

Loro festeggiano banchettando con le briciole, noi non ci accontentiamo degli avanzi…

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Fukushima: Una Centrale Nucleare tra un Terremoto e uno Tsunami

lunedì 11 aprile · 16.00 – 19.00
Aula VII facoltà di Lettere,Università di Pavia, ingresso Strada Nuova

Serata informativa e di discussione con:

Prof Paolo Ferloni (Professore di Chimica Fisica Ambientale presso la Facoltà di Scienze MMFFNN)

Altri invitati:
Prof. Antonio Faucitano (Chimica Generale, Facoltà di Ingegneria)
Adalberto Piazzoli (professore emerito di Fisica, già direttore del Dipartimento di Fisica Nucleare)

Serata conclusiva all’interno del ciclo di conferenze
ENERGIA NUCLEARE: RISCHI E CATASTROFI

Student*in Crisi

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Repressione a Pavia

Una pioggia di denunce si sta abbattendo in questi ultimi tempi a Pavia su chiunque cerchi di esprimere una forma di dissenso o pensiero critico. Immancabilmente, tutte le più recenti occasioni di protesta contro la distruzione dell’Università pubblica e, più in generale, qualunque tentativo di avviare un confronto, una reale riflessione, sui timori e i bisogni della popolazione studentesca e rivendicare il diritto allo studio è stato seguito da uno strascico giudiziario fatto di provvedimenti inquisitori e palesemente persecutori.

Ricordiamo le cinque denunce per “corteo non autorizzato” appena recapitate ai “promotori” della manifestazione spontanea che il 25 Novembre scorso ha portato centinaia di studenti auto-organizzatisi a sfilare dalle diverse sedi universitarie per lanciare un grido d’allarme in occasione dell’approvazione del DDL Gelmini. Inutile far notare come un corteo spontaneo, generato dal volere della piazza, non possa per definizione avere autorizzazione né, tantomeno, organizzatori.

Ricordiamo gli avvisi di garanzia spediti ai ragazzi del liceo Foscolo in seguito alla famosa occupazione del 14 Dicembre, iniquo e vergognoso provvedimento sollecitato dal dirigente Fergonzi che, incapace di gestire la scuola di cui è preside e di aprirsi al necessario confronto, ha preferito manifestare la sua inettitudine criminalizzando i suoi stessi studenti, rei di aver osato pensare che in una scuola gli studenti possano avere voce in capitolo riguardo al loro stesso futuro.

Ricordiamo le denunce ai due compagni saliti sul tetto dello spazio di mutuo soccorso Ex-Mondino per protestare contro lo sgombero, disposto con abnorme spiegamento di forza dal rettore Stella, di un luogo che, in appena due settimane, era stato resuscitato da uno stato di abbandono –al contrario di quanto sostenuto a posteriori dall’università- eterno causa mancanza fondi per la riqualificazione. In un’epoca in cui il welfare pare essere diventato utopia, in cui i diritti sociali costituiscono semplicemente voci a bilancio da tagliare brutalmente, l’SMS Mondino è stato il primo tentativo reale di dimostrare che concetti quali “mutualismo” e “auto-formazione” possono, e devono, avere diritto di cittadinanza anche a Pavia.

Troppo semplice per individui come il rettore Stella e il preside Fergonzi invocare la scure giudiziaria contro chi cerca di instaurare un confronto anche scomodo, ma sempre propositivo. Troppo facile deputare alla burocrazia e ai cavilli quelle risposte che noi giovani sentiamo oggi più che mai come un’esigenza vincolante e pressante. Troppo comodo nascondersi dietro alle divise delle forze dell’ordine per celare la povertà di argomenti. La repressione del pensiero critico e costruttivo non è “rispetto delle regole”, è essa stessa un crimine.

Student* in Crisi

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Risposta al rettore

Inutile dirlo: non ci aspettavamo nulla. Eppure l’esito del Cda universitario del 1 marzo rende evidente una volta di più l’atteggiamento di totale e gretta chiusura del rettore verso qualunque iniziativa o proposta rivoltagli dai “suoi” studenti. Bocciata, come era prevedibile, la proposta di istituzione di uno spazio di mutuo soccorso, ad essere particolarmente gravi sono le modalità con cui il governo dell’ateneo ha operato: in totale segreto, negata infatti qualunque possibilità di assistere alla riunione e di presentare in prima persona il progetto, e disattendendo perfino i pochi impegni precedentemente presi (dei quali esiste prova scritta e filmata, sebbene il rettore faccia finta di nulla).

Il rettore si era impegnato a farsi personalmente “fautore e promotore” del progetto da noi redatto, che invece, a quanto ci è dato sapere, è stato accantonato frettolosamente senza alcun esame in merito, adducendo come motivazioni questioni pretestuose o fuorvianti quali l’esaltazione dei servizi che l’università già concede agli studenti. Il rettore continua a guardare al passato, sordo alle rinnovate necessità degli studenti minacciati dalla recente approvazione del ddl Gelmini e dei drastici tagli al diritto allo studio che esso comporta. Si sfiora il ridicolo ascoltando il rettore che vanta come servizi gratuiti tutta una serie di fattori (quale la rete wireless d’ateneo) che ovviamente vengono già pagati dagli studenti sotto forma di tasse universitarie.

Infine, pare necessario ricordare al prof. Stella la differenza tra i termini “disponibili” e “concessi”: più volte il rettore si era spontaneamente offerto di far eseguire un censimento degli spazi disponibili per eventualmente discutere la concessione degli stessi, ma dal Cda ci è giunta solo l’ennesima, inutile, auto-glorificazione mediante l’elenco degli spazi già concessi. Come sempre, per i burocrati guardare in avanti risulta impresa proibitiva.

Sull’università e sui suoi studenti si regge Pavia, ma questo pare essere puntualmente dimenticato dalle autorità quali il rettore o il sindaco “giovane” che, invece di interessarsi realmente ai suoi coetanei, insiste nel ripetere frasi fatte e vuote. Nondimeno, noi non ci fermiamo. Non ci fermerà l’indisponibilità dei burocrati e la loro indifferenza, il progetto dello spazio di mutuo soccorso non finisce adesso, non finisce finchè non lo decidiamo noi.

Student* in Crisi

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