Repressione a Pavia

Una pioggia di denunce si sta abbattendo in questi ultimi tempi a Pavia su chiunque cerchi di esprimere una forma di dissenso o pensiero critico. Immancabilmente, tutte le più recenti occasioni di protesta contro la distruzione dell’Università pubblica e, più in generale, qualunque tentativo di avviare un confronto, una reale riflessione, sui timori e i bisogni della popolazione studentesca e rivendicare il diritto allo studio è stato seguito da uno strascico giudiziario fatto di provvedimenti inquisitori e palesemente persecutori.

Ricordiamo le cinque denunce per “corteo non autorizzato” appena recapitate ai “promotori” della manifestazione spontanea che il 25 Novembre scorso ha portato centinaia di studenti auto-organizzatisi a sfilare dalle diverse sedi universitarie per lanciare un grido d’allarme in occasione dell’approvazione del DDL Gelmini. Inutile far notare come un corteo spontaneo, generato dal volere della piazza, non possa per definizione avere autorizzazione né, tantomeno, organizzatori.

Ricordiamo gli avvisi di garanzia spediti ai ragazzi del liceo Foscolo in seguito alla famosa occupazione del 14 Dicembre, iniquo e vergognoso provvedimento sollecitato dal dirigente Fergonzi che, incapace di gestire la scuola di cui è preside e di aprirsi al necessario confronto, ha preferito manifestare la sua inettitudine criminalizzando i suoi stessi studenti, rei di aver osato pensare che in una scuola gli studenti possano avere voce in capitolo riguardo al loro stesso futuro.

Ricordiamo le denunce ai due compagni saliti sul tetto dello spazio di mutuo soccorso Ex-Mondino per protestare contro lo sgombero, disposto con abnorme spiegamento di forza dal rettore Stella, di un luogo che, in appena due settimane, era stato resuscitato da uno stato di abbandono –al contrario di quanto sostenuto a posteriori dall’università- eterno causa mancanza fondi per la riqualificazione. In un’epoca in cui il welfare pare essere diventato utopia, in cui i diritti sociali costituiscono semplicemente voci a bilancio da tagliare brutalmente, l’SMS Mondino è stato il primo tentativo reale di dimostrare che concetti quali “mutualismo” e “auto-formazione” possono, e devono, avere diritto di cittadinanza anche a Pavia.

Troppo semplice per individui come il rettore Stella e il preside Fergonzi invocare la scure giudiziaria contro chi cerca di instaurare un confronto anche scomodo, ma sempre propositivo. Troppo facile deputare alla burocrazia e ai cavilli quelle risposte che noi giovani sentiamo oggi più che mai come un’esigenza vincolante e pressante. Troppo comodo nascondersi dietro alle divise delle forze dell’ordine per celare la povertà di argomenti. La repressione del pensiero critico e costruttivo non è “rispetto delle regole”, è essa stessa un crimine.

Student* in Crisi

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