Inutile dirlo: non ci aspettavamo nulla. Eppure l’esito del Cda universitario del 1 marzo rende evidente una volta di più l’atteggiamento di totale e gretta chiusura del rettore verso qualunque iniziativa o proposta rivoltagli dai “suoi” studenti. Bocciata, come era prevedibile, la proposta di istituzione di uno spazio di mutuo soccorso, ad essere particolarmente gravi sono le modalità con cui il governo dell’ateneo ha operato: in totale segreto, negata infatti qualunque possibilità di assistere alla riunione e di presentare in prima persona il progetto, e disattendendo perfino i pochi impegni precedentemente presi (dei quali esiste prova scritta e filmata, sebbene il rettore faccia finta di nulla).
Il rettore si era impegnato a farsi personalmente “fautore e promotore” del progetto da noi redatto, che invece, a quanto ci è dato sapere, è stato accantonato frettolosamente senza alcun esame in merito, adducendo come motivazioni questioni pretestuose o fuorvianti quali l’esaltazione dei servizi che l’università già concede agli studenti. Il rettore continua a guardare al passato, sordo alle rinnovate necessità degli studenti minacciati dalla recente approvazione del ddl Gelmini e dei drastici tagli al diritto allo studio che esso comporta. Si sfiora il ridicolo ascoltando il rettore che vanta come servizi gratuiti tutta una serie di fattori (quale la rete wireless d’ateneo) che ovviamente vengono già pagati dagli studenti sotto forma di tasse universitarie.
Infine, pare necessario ricordare al prof. Stella la differenza tra i termini “disponibili” e “concessi”: più volte il rettore si era spontaneamente offerto di far eseguire un censimento degli spazi disponibili per eventualmente discutere la concessione degli stessi, ma dal Cda ci è giunta solo l’ennesima, inutile, auto-glorificazione mediante l’elenco degli spazi già concessi. Come sempre, per i burocrati guardare in avanti risulta impresa proibitiva.
Sull’università e sui suoi studenti si regge Pavia, ma questo pare essere puntualmente dimenticato dalle autorità quali il rettore o il sindaco “giovane” che, invece di interessarsi realmente ai suoi coetanei, insiste nel ripetere frasi fatte e vuote. Nondimeno, noi non ci fermiamo. Non ci fermerà l’indisponibilità dei burocrati e la loro indifferenza, il progetto dello spazio di mutuo soccorso non finisce adesso, non finisce finchè non lo decidiamo noi.
Student* in Crisi