Appello in solidarietà degli studenti e delle studentesse dell’Onda colpiti dall’operazione Rewind

Il 19 maggio dello scorso anno 10mila tra studenti ricercatori e
dottorandi scesero in piazza a Torino per contestare il G8 University
Summit, la conferenza dei rettori che si pose come diretta
interlocutrice dei capi di Stato e di Governo col proposito di
sedimentare il progetto di un’università sempre più spendibile sul
mercato, al servizio delle imprese. Quel giorno una grande
manifestazione attraversò la città di Torino, arrivando ad assediare il
Castello del Valentino dov’erano riuniti i rettori, con la
determinazione di non accettare zone rosse o subire divieti.

Il 6 luglio scattò l’operazione poliziesca Rewind, comportando 21
studenti arrestati e molte altre denunce, destinate ad aumentare di
numero nel tempo, le ultime ancora poche settimane fa. A distanza di un
anno molti studenti sono ancora sottoposti a misure cautelari come
l’obbligo di firma (in alcuni casi addirittura una volta al giorno!),
per continuare a giustificare un’operazione di carcerazione da subito
rivelatasi sproporzionata e vendicativa contro 21 giovani studenti,
maggior parte dei quali incensurati e di poco più di vent’anni.

Quello che è tentato di colpire con Rewind è stata la forza dirompente
dell’Onda, la prima a parlare di indisponibilità a pagare la crisi, a
contrapporsi allo smantellamento dell’università pubblica intentata dal
governo Berlusconi. Oggi ciò continua a vivere nelle facoltà e nelle
assemblee con la sua capacità di critica e di produzione di sapere
altro, a fianco dei ricercatori e dei precari in mobilitazione,
immaginando un’università come bene comune.

Un anno fa furono centinaia i professori, ricercatori, intellettuali a
firmare l’appello che chiedeva l’immediata liberazione degli studenti
arrestati. Crediamo che di fronte ad un uso così spropositato degli
strumenti giudiziari sia necessario continuare ad affermare ciò che
l’università è: luogo di libertà, confronto, produzione di sapere e, in
virtù di questo, anche di legittima protesta, la quale non può essere
ridotta ad un mero discorso di ordine pubblico e di misure cautelari.

Per aderire: norewind.torino@gmail.com

da http://infoaut.org

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