dopo il corteo dei mille

pubblichiamo il comunicato del CS Barattolo dopo il corteo dei mille

Martedì 4 maggio all’alba con un ingente spiegamento di forze di polizia
il CS Barattolo è stato murato, dopo 12 anni di vita. Il sindaco
Cattaneo ha voluto chiudere con la forza l’unico spazio cittadino
autogestito, uno spazio di libera aggregazione e partecipazione.
Cattaneo si è nascosto dietro un finto dialogo, per mascherare la
nullità delle sue politiche per i giovani. In realtà il sindaco ha
voluto lo sgombero per zittire una voce fuori dal coro, una voce che lo
ha apertamente criticato, una voce che ha palesato il razzismo della sua
“politica del fare”, una voce che ha svelato i numerosi legami tra la
sua giunta e i picchiatori squadristi che scorrazzano per la città.

La città ha dato una forte risposta allo sgombero: cortei, presidi,
assemblee e occupazioni si sono susseguite nelle prime ore dopo
l’innalzamento del muro. Mentre crescevano l’indignazione di cittadine e
cittadini e aumentava la solidarietà, si palesava indiscutibilmente il
radicamento del CS Barattolo nel territorio. Le istituzioni hanno
cercato di nascondere sotto il tappeto un problema reale, quello degli
spazi negati a studenti e giovani. Pavia non è una città per giovani,
nonostante lo affermino quel giovane vecchio del sindaco e un rettore
settantenne. In questo contesto, “casualmente”, i naziskin si sono fatti
più aggressivi. “Casualmente”, è stata sgomberata la finta occupazione
di due (2!) militanti del partito neofascista di Forza Nuova. È stato
inutilmente costruito ad arte un clima di tensione per scoraggiare la
partecipazione al corteo in solidarietà con il CS Barattolo, anche
minacciando i commercianti, che, invece, sono rimasti aperti. I
burattinai che tirano i fili dei neonazisti pavesi hanno nomi e cognomi:
sono il vicesindaco Centinaio e il consigliere regionale Ciocca, unico
politico ad aver portato solidarietà a Forza Nuova. Questo lo affermano i
fascisti stessi, una cinquantina di individui estranei alla città.

Sabato pomeriggio mille persone sono scese in piazza per reclamare
il proseguimento delle pluriennali attività del CS Barattolo. Le
attività del Centro Sociale costruiscono, qui ed ora, la città diversa,
la città che vogliamo. Il Barattolo non è un problema di ordine
pubblico: ci sorprende che il sindaco sia sorpreso (!?) dall’assenza di
scontri durante il nostro corteo. Forse se li augurava. In realtà, il
Barattolo pone problemi di ordine sociale. Problemi delle cittadine e
dei cittadini di Pavia, che il sindaco ignora o contribuisce a creare.
Il sindaco vuole una città silenziosa, pacificata, ideale per poter
condurre indisturbate speculazioni edilizie e devastazioni territoriali.
Cattaneo, come tutta la cricca di politicanti pavesi, è un burattino
nelle mani di chi finanzia le campagne elettorali: i vari Grossi,
Zunino, Ligresti, Caltagirone e compagnia speculante.

Il Barattolo non sono quattro mura, ma un’idea di città. Una città
solidale e aperta alle donne e agli uomini migranti che la vivono. Una
città dove studentesse e studenti abbiano spazi e servizi e non siano
solo quelli che con i loro affitti riversano in città milioni di euro.
Una città dove le case non siano ricche rendite per pochi, ma un diritto
per tutti coloro che sono in attesa di residenze popolari. Una città
senza paura, dove la sicurezza non sia demandata alla polizia ma alla
vivacità delle sue strade anche la sera e la notte. Una città dove la
cultura sia messa davanti agli interessi finanziari di pochi, come
invece è successo con il cinema Kursaal. Una città dove la cultura non
sia imbavagliata da censura e regole assurde, ma sia libera e gratuita,
come con i concerti, i dibattiti e le proiezioni del Barattolo. Una
città in cui muoversi in modo sostenibile, magari con le biciclette
riparate alla ciclofficina del Barattolo. Una città dove gli autobus non
vengano tagliati per far spazio a nuovi megaparcheggi in centro. Una
città dove godersi liberamente il verde pubblico, senza che questo venga
regalato ai soliti amici cementificatori come sta accadendo per il
parco della Vernavola. Una città dove le aree dismesse vengano realmente
bonificate, riciclate e messe in comune, e non svendute per costruirci
centri commerciali.

Nessuno ci venga a dire che facciamo muro contro muro: mentre loro
li costruiscono, noi li abbattiamo. Così abbiamo fatto a Fossarmato,
liberando il centro di accoglienza per migranti e pavesi. Così faremo in
Borgo Ticino.

CS Barattolo

Questa voce è stata pubblicata in Lotta e progetti. Contrassegna il permalink.