dopo il corteo, prosegue la lotta

 

dopo il corteo, prosegue la lotta

[di seguito un breve report del corteo universitario del 17 marzo contro i tagli e le riforme della gelmini, contro gli aumenti delle tasse, contro la repressione del dissenso in università]

 

Dopo l’occupazione del CdA del 2
febbraio
, il corteo interno sotto la neve del 10 marzo, centinaia di
studentesse e gli studenti pavesi sono tornat* nelle strade.
Mercoledì 17 marzo un corteo ha circumnavigato la sede centrale
dell’ateneo per poi attraversare la città e dare vita a dei blocchi
stradali. Giungere al ritiro immediato degli aumenti delle tasse,
dare vita a servizi autogestiti: queste sono le priorità del
movimento in questa fase.

Il corteo è stato organizzato
dall’assemblea student* in crisi per dare voce al dissenso rispetto i
tagli e le riforme della Gelmini, che a livello dell’ateneo pavese si
stanno trasformando in aumenti delle tasse, tagli ai servizi, alla
didattica e alla ricerca
. Di fronte alla contrarietà di student*,
dottorand* e specializzand* ai tagli ai servizi e agli aumenti delle
tasse la governance dell’ateneo non ha trovato migliore soluzione che
la repressione: il potere baronale in crisi necessita dell’intervento
poliziesco dentro alle mura dell’università per contrastare chi
quotidianamente fa vivere l’università.

Il corteo, circondato da striscioni
riportanti le parole d’ordine del movimento, si è caratterizzato per
partecipazione e determinazione: non si è trattato di una
passeggiata ma di un processo di presa di coscienza. La manifa ha
effettuato fermate in luoghi specifici, dove si sono susseguiti
numerosi interventi dal carro di testa. Qui valga la pena ricordarne
solo alcune. Davanti al comune sono state indicate le inadempienze
dell’amministrazione comunale, sempre pronta a reprimere le forme di
libera socialità studentesca nelle piazze della città, ad
assecondare gli affittacamere e gli speculatori, a tagliare i servizi
necessari come quelli alla mobilità all’interno della città.


Davanti alla Fondazione Banca del Monte
è stato svelato l’intricato rapporto tra crisi, bailout bancari,
tagli all’istruzione, fondazioni private, condizionamento della
ricerca e ingresso dei privati nei CdA degli atenei. Davanti al
palazzo di giustizia sono stati ricordati i numerosi procedimenti
repressivi tuttora pendenti sulle teste di numeros* student* in tutta
Italia, Pavia inclusa, per le mobilitazioni dello scorso anno e di
quest’anno. In numerosi momenti è stata ribadita la volontà di
allestire all’interno dell’università spazi in cui fornire servizi
gratuiti autogestiti, come quello di copypoint.

La lotta continua, facoltà per
facoltà, con la costruzione di servizi autogestiti, di percorsi di
autoformazione
come quello che a breve partirà ad Economia, con la
consapevolezza che solo una lotta generalizzata, estesa a tutti gli
atenei potrà fermare il DDL Gelmini
che presto verrà messo in
discussione in parlamento. In tal senso, occorre costruire momenti di
confronto con le ricercatrici e i ricercatori che già in alcuni
atenei intendono astenersi dalle mansioni di didattica, per arrivare
al blocco totale del sistema di istruzione superiore, necessario
strumento per porre fine ai processi di privatizzazione del sapere.

 

 

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