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COPYRATA

Pirati della conoscenza all’arrembaggio dell’università azienda
Un progetto di welfare dal basso per la condivisione dei saperi
Servizi per gli studenti autogestiti dagli studenti

università

Negli ultimi anni numerose riforme hanno radicalmente modificato il sistema universitario europeo. L’anno scorso la coppia Gelmini-Tremonti ha imposto con le leggi 133 e 180 pesanti tagli ai finanziamenti statali alle università. I bilanci degli atenei già da quest’anno accademico hanno iniziato a subire una cura dimagrante, che sarà ancora più drastica negli anni futuri. Inutile dirlo, verranno colpiti per primi i servizi agli studenti. La Gelmini ha da poco preparato una riforma della governance dell’università, che prevede l’ingresso dei privati nella gestione degli atenei.

Per opporsi con successo alla distruzione dell’università e costruire noi stessi l’università che vogliamo occorre partire da alcune constatazioni:
_non ha senso salvare l’università baronale così com’è oggi
_il tradizionale concetto di “diritto allo studio” è inservibile e va riformulato
_la contrapposizione tra sfera pubblica e sfera privata va superata
_la mobilitazione studentesca deve passare dalle dichiarazioni di principio alla concretizzazione dei suoi programmi

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welfare

La costruzione di forme di welfare da parte dello stato risponde a precise necessità dei governi: storicamente, esso è stato impiegato come strumento di “recupero” di fronte alla crescente organizzazione e forza politica delle classi subalterne. Una volta frammentatesi queste ultime, il controllo e la violenza si sono sostituite alla ricerca di consenso.

Non ci si può aspettare che i servizi vengano elargiti dall’alto dallo stato: reclamarli è necessario, ma non è abbastanza. I bisogni sociali sono stati demandati alla sfera privata: il sostegno al consumo di massa oggi passa attraverso l’indebitamento. La tendenza è quella a escludere ampie fette di popolazione dall’accesso a servizi e reddito.

Una differente concezione del welfare ci apre però oggi nuove porte. Strutture di mutuo soccorso possono essere costruite dalla cooperazione dei soggetti sociali per soddisfare collettivamente i loro bisogni. Un sistema di welfare dal basso può innescare un circolo virtuoso tra processi di autorganizzazione e solidarietà.

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copyright

Il diritto d’autore nasce al momento della creazione di un’opera garantendo all’autore delle facoltà esclusive. L’applicazione di queste norme ostacola la creazione di nuove opere e la diffusione di quelle già esistenti. Se il progresso culturale non è mai dovuto ad una nuova soluzione assolutamente innovativa, ma ad una nuova componente che si aggiunge ad una soluzione già esistente, allora le leggi che privatizzano i saperi limitano e disturbano il suo naturale ciclo produttivo, imbrigliando e impoverendo la creatività. Inoltre, precise lobby economiche, grazie a questo sistema di gestione delle idee, vedono aumentare di anno in anno i loro profitti e la loro egemonia culturale.

La ricerca e la didattica sono ambiti in cui la produzione dovrebbe allontanarsi il più possibile da un fine commerciale. Soprattutto quando queste attività si svolgono presso strutture finanziate con risorse pubbliche. L’università, quindi, non deve solo essere luogo di produzione di saperi, ma deve anche garantirne la libera distribuzione.

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una proposta concreta

Vogliamo aprire un copypoint autogestito dove permettere a studentesse e studenti di scambiarsi appunti, materiali didattici, informativi e culturali a prezzo di costo, sia in cartaceo che in formato file.

Vogliamo permettere ai saperi di circolare liberamente.

Vogliamo costruire forme autonome di welfare dal basso.
 

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