corteo 10 marzo

10 marzo h. 10 ingresso uni centrale CORTEO

contro i tagli e le riforme della
Gelmini, contro gli aumenti delle tasse, contro la repressione del
dissenso in università

pubblichiamo i documenti dell’assemblea student* in crisi

manifesto di convocazione della manifestazione, STUDENT* IN CRISI

Aumentano le tasse! Ci chiedono oltre 3
milioni di euro in più: in cambio tagliano la didattica per 6
milioni di euro.

Autobus, wireless, biblioteche, riviste
scientifiche e materiale didattico on line sono necessari per lo
studio.

Il rettore invece li considera dei
servizi "extra" e ci chiede almeno 125€ a testa per
pagarli.

E se protestiamo, ci mandano la
polizia…

Allora ribelliamoci! Facciamo pagare i
tagli ai baroni: che versino parte dei loro lauti stipendi per i
servizi agli studenti.

Allora organizziamoci! Condividiamo
libri e materiali didattici, apriamo noi student* copypoint, mense e
studentati a prezzo di costo.

manifestazione 10 marzo h. 10 ingresso
uni centrale


danze contro i tagli – party con dj set
10 marzo h. 22 csa barattolo – via dei mille 130


aperitivi informativi martedì 2
martedì 9 h. 18,30 cortile di scienze politiche

 

***

 

L’anno scorso è stata approvata la riforma gelmini-tremonti che ha
compromesso la libera attività didattica e di ricerca tagliando i fondi
all’università e offrendo a molti atenei come unica via di salvezza la
possibilità di svendersi al miglior offerente privato.
Ciò che era
facoltativo verrà presto reso obbligatorio con l’approvazione della
nuova riforma che impone un 40% di partecipazione privata negli organi
decisionali dell’università.
Anche il nostro rettore, mentre a
parole si dichiarava strenuo difensore dei diritti degli studenti e
della pubblicità degli atenei, tacitamente ha appoggiato ogni fase del
processo di riforma
Il risultato?
A fronte di un buco di bilancio di 9 milioni di euro
6 milioni verranno recuperati tagliando
•    Fondi per ricerca e ricercatori
•    Fondi per borse di studio erasmus
•    Servizi di tutorato e didattica integrativa

I rimanenti 3 milioni verranno ESTORTI a noi studenti con una imposta ad hoc di 125 euro
Imposta che dovrebbe ricoprire servizi in passato garantiti ma oggi incomprensibilmente definiti extra
Oltre al danno la beffa!
Alla
seduta del Consiglio di Amministrazione d’Ateneo del 2 febbraio scorso,
in cui baroni e rettore hanno votato per gli aumenti,  studentesse e
studenti hanno manifestato il loro dissenso occupando simbolicamente la
sala preposta alla riunione.
In risposta il rettore ha fatto entrare
la POLIZIA IN ASSETTO ANTISOMMOSSA IN UNIVERSITà, con l’intento di
intimidire gli studenti e criminalizzarne la protesta.
E’ necessaria
una risposta forte a questo gesto di inaccettabile violenza per
rivendicare il nostro diritto a dissentire sulle politiche della nostra
università
L’ipocrisia e i metodi autoritari del rettore nascondono
soltanto la crisi di un potere che cerca inutilmente di salvarsi a
spese di noi studenti
Dobbiamo ribadire che l’unico modo per
garantire un futuro alla cultura in italia è quello di contrastare le
logiche governative di privatizzazione e svendita
Parallelamente
possiamo mettere in campo strumenti concreti di tutela, SERVIZI
GRATUITI AUTOGESTITI in risposta ai tagli ed all’aumento delle tasse.

***

 

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Esprimi un desiderio: Stella cadente

la sala del CdA occupata

 

Esprimi un desiderio: Stella cadente

Normalmente, prima si vede una stella cadente, poi si esprime un
desiderio. L’inversione è coerente con il ragionare logico e politico
che il nostro rettore Stella ci ha fornito in occasione
dell’occupazione del Consiglio d’Amministrazione. Riprendiamo la sua
dichiarazione dopo la votazione sull’aumento della tassazione
studentesca: “il dialogo con gli studenti non deve mai venire meno”.
Peccato che lo abbia detto immediatamente dopo averlo rotto, ammesso
che ci sia mai stato, chiamando la polizia in assetto antisommossa in
università
. Si è trattato di un tentativo di intimidazione oltre che
una chiara operazione tesa a criminalizzare gli studenti, che a Pavia
devono solo stare zitti e pagare.

È un pessimo precedente e ogni azione politica in università d’ora in
poi non potrà rimuovere questo fatto grave. Il percorso verso il corteo
del 10 marzo dovrà anche comporsi di una campagna contro il rettore che
manda la polizia contro gli studenti, fin dentro l’università. Se
proprio il rettore vuole qualche forma di dialogo con gli studenti,
cominci ritirando gli aumenti delle tasse e riconoscendo il diritto
degli studenti, martedì scorso e sempre, ad esercitare le armi del
dissenso e della protesta, e ad essere considerati per quello che sono:
coloro senza i quali la sua accademia non vivrebbe un secondo di più.

Il potere del rettore, oggi, in ultima istanza, sta tutto qui,
nell’unilateralità delle scelte e nella loro imposizione violenta. Ma
parlare di potere dentro l’università vuol dire parlare anche di altro.
Quando diciamo “baroni” non riprendiamo acriticamente un parolone che
sta sulla bocca di tutti da anni. Quando utilizziamo questa categoria
parliamo di rapporti sociali, di potere, dentro l’università.
Un’istituzione millenaria, ancora organizzata in stile ancien regime,
per ceti separati. In cima alla piramide gli ordinari, sotto di loro
associati e ricercatori, come ai tempi di nobiltà e clero. In fondo ci
sono gli studenti, la cui “rappresentanza” è demandata a livello
formale a delle specie di tribuni della plebe. Totalmente esclusi da
ogni decisione sono anche quei lavoratori, ricercatori precari e
dipendenti delle cooperative in appalto ad esempio, che incarnano
l’odierna manodopera schiavizzata. In CdA i docenti hanno compattamente
votato a favore degli aumenti delle tasse per gli studenti. Occorre
svelare l’ipocrisia di chi si mostra a parole contro i tagli della
Gelmini e poi li scarica verso il basso con gli aumenti delle tasse.


Se l’anno scorso nelle strade di tutta Italia riecheggiava il coro “noi
la crisi non la paghiamo”, se i tagli della Gelmini sono stati
giustificati proprio dalla crisi, se oggi a compensazione di questi
tagli vengono innalzate le tasse, allora non pagare la crisi, oggi,
vuol dire non pagare le tasse
. Se sul piano logico questo ragionamento
è scorrevole, la realizzazione di un simile programma politico è più
tortuosa. Ma per quanto di difficile realizzazione, si impone la
necessità di trovare le formule concrete attraverso le quali evitare
che siano studenti e classi subalterne a dover pagare i costi della
crisi. Gli aumenti delle tasse scatteranno con il prossimo accademico,
occorrerà farsi trovare pronti.

Tuttavia, la crisi morde, e quello di non pagare gli aumenti delle
tasse è solo uno dei piani su cui agire per contrastare i tagli della
Gelmini. Bisogna mettere in campo strumenti concreti di
riappropriazione di reddito indiretto. Riappropriarsi di servizi,
anzitutto. Contro i servizi a pagamento del rettore, quelli che costano
125€ l’anno per tutti, nelle prossime settimane metteremo a
disposizione servizi gratuiti, valori d’uso, formulando ipotesi
concrete di welfare costruite dal basso.

Contro i tagli all’istruzione, gli aumenti delle tasse, le riforme
della Gelmini e la polizia in ateneo: corteo universitario mercoledì 10
marzo a Pavia.

Per costruire il corteo, assemblea martedì 9 febbraio h.14 a scienze politiche
guarda e diffondi il video promo per il corteo
http://www.youtube.com/watch?v=uaSbrLcOlGU

contro l’università azienda
http://cuapavia.noblogs.com
 

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Video occupazione CDA. 10 marzo corteo cittadino

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occupato il cda contro tagli e aumenti delle tasse

Oggi le studentesse e studenti dell’Università di Pavia hanno occupato la sala dove il Consiglio d’Amministrazione avrebbe dovuto approvare aumenti delle tasse per tutti per una cifra superiore ai 3 milioni di euro. Qui il testo del volantino distribuito questa mattina dal Collettivo Universitario Autonomo


da dove arrivano tagli e
aumenti delle tasse?

 volantino distribuito durante l'occupazione del CdA

Con la scusa della crisi, lo
scorso anno il governo ha approvato dei tagli ai finanziamenti alle
università per un totale di un miliardo e mezzo di euro. Al contempo
è stato imposto il blocco delle assunzioni. È stata rafforzata la
distinzione tra università di serie A (costose, del Nord) e
università di serie B (con pochi servizi, al Sud). Contro i tagli di
Tremonti e Gelmini studentesse e studenti hanno manifestato duramente
la loro opposizione.

Quest’anno la Gelmini ci
riprova. A breve sarà votata in Parlamento una riforma che da il via
libera all’ingresso dei privati negli organi decisionali
dell’università. Questa proposta è parte di un disegno di
aziendalizzazione dell’università iniziato nel 1999 con il “Processo
di Bologna
” e che coinvolge tutti i paesi europei. Scatenando
ovunque proteste.

Lo scorso anno rettori e
baroni hanno speso molte parole contro i tagli. Solo parole. Nei
fatti, li hanno accettati, decidendo di scaricare verso il basso,
sugli studenti, i costi e i disservizi. Quest’anno hanno sposato la
nuova riforma della Gelmini e si apprestano ad accogliere i privati
nei consigli di amministrazione.

Nel 2006 il rettore Stella,
appena eletto, fece confezionare una riforma delle tasse che spillò
agli studenti 4 milioni di euro in più. Così venne superato il
limite
, stabilito per legge, al prelievo sugli studenti, pari al 20%
dei finanziamenti statali.

cosa succede adesso?

Non avendo contrastato il
governo, l’università di Pavia deve subire i tagli della Gelmini,
considerati dal management dell’ateneo pavese come fattore “esogeno”,
che non può essere messo in discussione. Si è aperto un buco di
bilancio di circa 9 milioni di euro. La manovra per arginare la
voragine prevede tagli pari a 6 milioni, che eliminano
sostanzialmente il servizio di tutorato e la didattica integrativa e
danno un colpo ai fondi per la ricerca e a quelli per l’Erasmus. Si
sono inventati poi il modo per estorcere i 3 milioni di euro
mancanti con una bella riforma del sistema di tassazione.
Indipendentemente da come questi prelievi verranno distribuiti, si
tratta di un modo per sostituire i contributi statali con denaro
proveniente dagli studenti.

Tra l’altro viene introdotta
un’imposta, uguale per tutti, a prescindere dal reddito. Questi 125€
a testa servirebbero per provvedere a una serie di servizi definiti
“extra”, non strettamente necessari per gli studenti: trasporto
pubblico, accesso serale alle biblioteche, accesso alla rete
wireless, accesso alle riviste ed al materiale didattico on line.
Come se oggi, anno 2010, l’accesso wireless (o a riviste
scientifiche) possa essere considerato extra e non strettamente
necessario.

abbiamo dissotterrato
l’ascia di guerra

Da oggi deve partite una
mobilitazione generale. Possiamo vincere la battaglia contro tagli e
tasse solo generalizzando la lotta, estendendola alla riforma Gelmini
e al processo di Bologna, allargandola ad altri atenei, anche sul
piano europeo

Non ci accontentiamo,
rilanciamo. Vogliamo più servizi per tutti, gratuiti. Ai servizi a
pagamento del rettore contrapponiamo servizi dagli studenti per gli
studenti: apriamo copypoint autogestiti e studentati occupati

contro l’università azienda

 

 

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venerdì 11 e martedì 15 dicembre

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Student strike 11 dicembre Milano

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Mercoledì 2 dicembre ore 14 cortile delle statue

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assemblea no gelmini

mercoledì 25 novembre h.15 @ cortile di scienze politiche
ASSEMBLEA NO GELMINI

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mobilitiamoci contro la nuova riforma

pirati della conoscenza all’arrembaggio dell’università azienda

contro i tagli alla didattica e alla ricerca

contro l’ingresso dei privati in università

contro la nuova riforma gelmini

per i servizi agli studenti

per gli spazi per studenti in università

per aprire un copypoint autogestito a prezzo di costo

mobilitazione

mercoledì 18/11 h. 10 @ cortile di scienze politiche

flyer

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dossier ddl gelmini

di seguito il link al dossier sulla nuova riforma dell’università.

139726-dossier.pdf

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