Mutuo soccorso significa costruzione dal basso di servizi negati da politiche di taglio ed austerità. Spazi di mutuo soccorso significa creare:
un collegio per studenti e giovani precari altrimenti costretti a pagare 500 euro di affitto in nero
un copypoint per fotocopiare dispense e libri di testo a prezzo di costo
una libreria in cui poter avere testi a prezzo scontato
sale studio permanenti 24 h su 24 7 gg su 7 per rispondere all’inadeguata offerta da parte dell’Università
una mensa a prezzi popolari e con cibi sostenibili (km 0, biologico, ecc.) e di qualità
un centro per l’autoformazione dove ospitare conferenze e seminari organizzati dagli studenti e creare così sapere critico
sportelli di assistenza legale per contratti di affitto e lavoro e di assistenza specifica per studenti stranieri (permessi di soggiorno, corsi di lingua, ecc.)
laboratori, sale espositive, cineforum in cui promuovere il libero accesso alla cultura
Si tratta di bisogni e servizi fondamentali. Ma la crisi economica, i piani di austerità, i tagli al welfare ed all’Università li rende miraggi per studenti e lavoratori precari. Per questo servono Spazi di Mutuo Soccorso.
Per anni abbiamo richiesto spazi per dare una risposta reale a queste esigenze. Le istituzioni ferme, impotenti e indifferenti li hanno sempre negati. L’Università di Pavia in primo luogo.
È per questo che venerdì, gli studenti che si sono mobilitati contro il processo di smantellamento e privatizzazione dell’Univerisità hanno occupato l’ex Mondino, struttura in concessione permanente all’Università da anni dismessa e lasciata a marcire in stato di abbandono. A causa della scarsità dei fondi e delle discutibili politiche edilizie condotte dall’Università (vedi palazzo Vistarino) questo spazio sarebbe stato lasciato al degrado causando un considerevole aumento del costo di ristrutturazione a carico della collettività, o peggio svenduto a qualche speculatore. Gli studenti lo stanno invece recuperando e restituendo alla città.
Il rettore tuttavia intima di abbandonare la struttura poiché lo stabile, mancando le utenze fondamentali, non sarebbe agibile sebbene gli studenti abbiano dimostrato che in pochi giorni sarebbero in grado di effettuare tutti gli interventi necessari per rendere abitabili e completamente fruibili gli spazi dell’area occupata.
In pochi giorni è già stata attivata un’aula studio e in tempi brevi lo Spazio di Mutuo Soccorso sarebbe già in grado di ospitare una ventina circa di ospiti recuperando solo una prima parte dello stabile.
La proposta del rettore di mappare gli stabili universitari per aprire un eventuale tavolo di confronto con gli studenti è condizionata all’immediato abbandono dei locali. Ma questa proposta che viene dopo anni di indifferenza nasce chiaramente dall’azione determinata degli studenti. Ecco perché l’occupazione è l’unica garanzia davanti ad una disponibilità tanto vaga quanto poco credibile.
Viene inoltre da chiedersi quali siano quelle pressioni a cui il rettore allude dicendo di esservi sottoposto. Saranno forse le lobby con interessi nella speculazione edilizia? O quelli che vorrebbero lucrare sul processo di privatizzazione dell’Univeristà? O ancora le lobby baronali abituate a gestire l’ateneo come un proprio feudo e spaventate dal tentativo di creare uno spazio di autoformazione capace di costruire realmente un pensiero critico?
Mentre questi gruppi nelle segrete stanze dell’Università lavorano per sabotare lo Spazio di Mutuo Soccorso, l’appello in sostegno di quest’esperienza ed il progetto proposto dagli studenti ottiene sempre più consensi sia a livello nazionale che all’estero. Il sostegno arriva dall’Italia, ma anche dal Canada, dall’Australia, dalla Francia da parte di quei docenti e ricercatori disponibili a realizzare lezioni e seminari nella logica dell’autoformazione. Un progetto che metterebbe così Pavia all’avanguardia tra i paesi d’Europa e che invece vuole essere bloccato per pretestuose questioni burocratiche e logiche di potere.
Rinnoviamo la nostra disponibilità al dialogo in trepidante attesa di proposte concrete da parte dell’Università, nel frattempo ribadiamo che domani continueremo a risanare questa struttura per realizzare il nostro progetto.