L’università di pavia compie 650 anni e il governo dell’ateneo intende festeggiare questo evento con una serie di iniziative. Nel contesto di tagli e riforme permanenti volte a smantellare il sistema di istruzione superiore italiano, crediamo che ci sia poco da festeggiare.
A breve anche a Pavia, così come è già successo in altri atenei, verrà istituita la commissione che avrà il compito di modificare lo statuto dell’università,… modellandolo secondo i dettami della legge Gelmini. Come abbiamo detto in questi mesi di protesta, questa riforma va respinta e bloccata. Non potrà essere quindi applicata attraverso i lavori di una commissione antidemocratica rinchiusa in qualche stanza segreta. La riforma si può ancora bloccare, così come i lavori di questa commissione. Noi non saremo complici della Gelmini.
Al contempo, mentre il movimento studentesco si è opposto ai tagli con vigore, l’Università di Pavia li ha scaricati sulle spalle degli studenti: aumentando le tasse, tagliando i servizi e le borse di studio. A brevissimo il TAR, dopo aver dichiarato illegale l’ultimo aumento delle tasse, stabilirà se l’università sia tenuta o meno a rimborsare gli studenti.
Da ultimo, il movimento studentesco ha occupato uno stabile dell’università lasciato in colpevole stato di abbandono. L’obiettivo è recuperarlo e trasformarlo in uno studentato autogestito, con una mensa, posti letto, sale studio, spazi per l’autoformazione, una biblioteca e un copypoint. La risposta del rettore è stata la richiesta di sgombero.
L’università di Pavia ha 650 anni, e se li porta pure male. Per tutti questi motivi, non c’è nulla da festeggiare e lo andremo a dire a chi vorrà celebrare l’anniversario e la distruzione dell’università.
Ritrovo mercoledì 9 febbraio nel cortile di scienze politiche, ore 9,00.