Venerdì 28 gennaio, un corteo di centinaia di studenti ha occupato a Pavia l’ex Mondino, stabile abbandonato e senza progetti di recupero. È nato così lo Spazio di Mutuo Soccorso. Sono già state allestite una sala studio, una ciclofficina e una sala proiezioni. L’aula magna a gradoni è stata ripulita e ha ospitato un incontro con la Fiom. Ieri si sono tenuti un reading poetico e la presentazione di un libro. Questo fine settimana si terrà un incontro con studenti di Milano e di Trento per progettare un ciclo di seminari di autoformazione. La prossima settimana inizieranno i corsi di autoformazione con un incontro sulle energie rinnovabili e uno su welfare e mutualismo, entrambi tenuti da docenti dell’università di Pavia. A breve apriremo una residenza per studenti fuori sede, una mensa biologica a kilometri zero, un ostello, un copypoint (rigorosamente a prezzo di costo), una biblioteca e uno sportello di assistenza per studenti/lavoratori precari. La validità di questo progetto è confermata dalle numerose adesioni ricevute, dall’Italia e dall’Estero, da ricercatori solidali e disponibili a collaborare con noi.
Queste esigenze derivano dagli effetti dei tagli e delle riforme che dall’alto del Ministero vengono calate sugli studenti. Mentre il movimento studentesco si è opposto a questi processi con vigore, non solo occupando l’ex Mondino, l’Università di Pavia li scarica sulle spalle degli studenti: aumentando le tasse, tagliando i servizi e le borse di studio. A brevissimo il TAR, dopo aver dichiarato illegale l’ultimo aumento delle tasse, stabilirà se l’università sia tenuta o meno a rimborsare gli studenti. Si guardi bene il rettore dai suoi richiami alla legalità, dunque. Inoltre, i baroni si apprestano ad applicare il DDL Gelmini al quale, dopo aver fatto finta di opporsi, non esitano a spalancare le porte dell’ateneo, con l’istituzione di una antidemocratica commissione di modifica dello Statuto. La riforma si può ancora bloccare, così come i lavori di questa commissione.
Non solo: il rettore ha formalmente richiesto lo sgombero dell’ex Mondino. Agli studenti che cercano di costruire diritti e servizi Stella risponde con la violenza della polizia, trasformando un problema di ordine sociale in problema di ordine pubblico. Uno sgombero non risolve il problema del diritto allo studio. Il rettore, da anni sordo alle richieste e alle proposte concrete, si oppone al dialogo nascondendosi dietro promesse vaghe e fumose. Egli vaneggia tavoli di trattativa per fine febbraio, con studenti compiacenti scelti ad hoc, per parlare probabilmente di scantinati o sottoscale. Se anni di richieste pacate e istituzionali non avevano condotto neanche a questo minimo risultato, allora risulta chiaro che l’unico strumento in mano agli studenti è il proseguimento dell’occupazione.
L’università di Pavia compie quest’anno 650 anni, e se li porta pure male. Non ci troviamo nulla da festeggiare. L’ateneo si mette in vetrina spacciandosi per un’isola felice, ma non lo è. Il grado di soddisfazione degli studenti per riforme e servizi sarà ben chiaro durante l’open day e le cerimonie per i 650 anni.
Diceva Vitale Albera nel 1833: «Le Università erano vulcani a cui bastava una scintilla per incendiare a suo tempo». Lo sono ancora e i baroni ci sono seduti sopra.